Spineless e tutto il suo entusiasmo cercano saltuariamente visibilità su altri posti dell’internet, dispensando gratis – spesso sotto falso nome e mentite spoglie – perle di saggezza, sproloqui di svariate cartelle e musichette di un certo livello. Ringraziamo sentitamente chi ci permette queste ospitate e riportiamo qua fedelmente il tutto, perché Spineless è come il maiale: non si butta via nulla. Alla faccia di Google e dei rischi di duplicated content.
Lo spacciatore che è in Spineless è vivo e vegeto e lotta insieme a noi. Nell'ottica di preparare un futuro migliore dove solo la musica ci salverà da noi stessi, inevitabile quindi — nel ruolo di pusher di pillole sonore e inviato dal 2186 — la partnership con pilltapes.com, sito ormai inghiottito dal buco nero del web e risputato fuori dal culo dei social sottoforma di recovery porn account su Twitter. Poteva andare peggio, dai.
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La canzone più strana del disco più strano dei Radiohead. Il grande fraintendimento che, da più di vent'anni, avvolge Treefingers, svelato.
La storia di Kid A, ovvero il resoconto di un esperimento fallito, almeno nelle intenzioni. Anzi, no. O comunque, per fortuna.
Fluido mica nel senso che avete pensato voi, brutti maiali. Fluido nel senso di aperto all'evoluzione. I Baroness con Gold & Grey dimostrano che non è un ossimoro.
La storia di Windowlicker e del suo video, ovvero le ragioni del perché vent'anni fa, dovunque ti girassi incontravi il brutto muso di Aphex Twin. Citofonoare a Chris Cunningham per ulteriori chiarimenti.
So che il vostro cuore nero vi porterà a negare l'evidenza, ma qualcuno doveva pur dirvelo: anche i Joy Division hanno scritto una ballata. Si chiama New Dawn Fades.
I Therapy? tornano in Italia per due date in croce ed è subito 1994. Più o meno. Del perché una band del genere può avere il suo senso anche dopo trent'anni. Attenzione: contiene punti interrogativi.
Più che un semplice gran bel disco, Good Morning Spider di Sparklehorse è stato qualcosa di più: un primo (e inutile) tentativo di rimettersi in piedi.
Matthew Dear è un tipo buono per tutte le stagioni, a suo agio sia durante un compleanno di bimbetti che in mezzo al porcaio di una festa d'addio al celibato.
Poche band sono state associate a una canzone come gli Steppenwolf con il tema portante di Easy Rider. E pensare che, tecnicamente, manco l'avevano scritta loro.
Un personaggio così bizzarro che manco lo diresti che è crucco, con un talento tutto suo per danzare sul filo del ridicolo senza diventare mai la caricatura di se stesso.
Chi era Daniel Johnston? Il mito frainteso del più grande outsider del rock americano raccontato come una dolceamara favola folk underground. E tutti i danni collaterali che si è portato dietro la cosa.
Vessels, Grizzly Bear, Lali Puna, Com Truise e Joahnn Sebastian Punk: cinque pezzi che l'algoritmo probabilmente non vi suggerirebbe, e invece potrebbero essere la colonna sonora della migliore mezz'ora della vostra giornata.
Una pillola anticomiziale a base di Algiers, per quando vorresti fare la rivoluzione ma il culo ti pesa troppo e non riesci a staccarti dalla sedia, e allora la fai col culo degli altri.
Uno psicotico antidepressivo a base di Flaming Lips, per attenuare lo shock da rientro nel confronto con la vita quotidiana, perché se la realtà è quella che è allora è tempo di farsi un viaggio.
Un sedativo a base di Hope Sandoval, per riequilibrare l'impatto di qualunque onda sulle nostre giornate e trovare il volume giusto per compensarne la risacca.
Due spettri si aggiravano per l'Europa dell'Est e ora hanno sfondato anche a Occidente. Dalla ex Jugoslavia ecco i 2Cellos che, senza vergogna, infestano il limbo inesplorato tra musica classica e hard rock.
Un ipnotico a base di Adrian Nicholas Matthews Thaws, per imparare a sfangarsela giorno per giorno, un giorno alla volta, senza guardare troppo avanti, che oggi è già abbastanza.
La sottile differenza tra mostrarsi nudi e sentirsi spogliati appare chiarissima scorrendo il porfolio di Mr. Chill, fotografo francese semiprofessionista e di sicuro molto indie.
Un'oppioide a base di Vessels, per quando scavare sul fondo del barile e infilare la testa sotto la sabbia e far finta di niente è l'unica soluzione praticabile.
Un antipsicotico a base di Gengahr, per superare le indecisioni di una stagione lunatica come la vita e trattenere il fiato in attesa di un meteo se non proprio più indulgente, almeno più prevedibile.
Un'analisi fin troppo approfondita del fenomeno Harp Twins, tra cosplay e metal, tra instagram e Medioevo, ma sempre e rigorosamente oltre la soglia del ridicolo.
Una pillola ipnotica a base di Alt‑J, per quando vi renderete conto che state svanendo lentamente ed è già troppo tardi. Per rallentare il processo, o renderlo più sostenibile, almeno.
Le GIF non muoiono mai, anzi, per natura, danno vita a immagini statiche. Ma fino ad oggi nessuno aveva avuto la brillante idea di applicare il concetto alle cover dei dischi più famosi.
Un anestetico a base di Faint, per rimpiagere sul latte versato e tentare un'operazione last minute di rimozione totale del dolore, senza nessuna garanzia di riuscita dell'intervento.
Il progetto grafico Swissted del designer newyorkese Mike Joyce riesce a far convivere typography design d'oltralpe e musica indipendente: arte minimale e raffinata per nerd musicali incalliti.
Un anestetico a base di Shearwater, per trasformare ogni addio in un arrivederci, ogni falsa speranza in un appuntamento da non perdere, ogni mezza verità in un giuramento di sangue.
Un antipsicotico a base di Neon Lights, per combattere la comune credenza che divertirsi sia obbligatorio e che musica e ballo vadano per forza a braccetto. Su, non scherziamo.
Un oppioide a base di Flunk, per quando la calda, appiccicosa, umidissima afa estiva ti lascia privo di sensi e arrivare al tramonto pare un'immobile utopia polare.
Un anal-gesico a base di Munk e Peaches, per una nuova terapia del dolore che coinvolgerà principalmente, vostro malgrado, il delicato, innocente fondoschiena.
Un viaggio ad accesso casuale nell'universo Daft Punk, attraverso collaborazioni, remix e cover. Un successo annunciato, anzi no. Chiedete a quel tizio del Melody Maker.
Il progetto di Paul Lamere porta il nerdismo musicale su un altro livello. Ecco un jukebox dove se la tua canzone non c'è, puoi caricarla, ascoltarla quante volte vuoi, sezionarla e crearne innumerevoli versioni.
Una giovane band di rocker lombardi intrappolati (speriamo per sempre) in un mondo affascinante ma infame, ispirato alla nuovissima collezione LEGO: Legends of Chima.
Un antidepressivo a base di Daughter, per quando la neve si fa sabbia o viceversa e tutto quello di cui hai bisogno è una voce che ti dica che anche se niente va bene, va bene lo stesso.
Una storia di statistica, calcio globale e politiche demografiche: sulla strada della collaborazione internazionale e dell'uguaglianza sociale, mattocino dopo mattoncino.
La teoria della relatività ai tempi dei telefilm anni '80: un piccolo mattoncino per un omino, quaranta miliardi di piccoli mattoncini per l'umanità.
Tragedia al Santiago Bernabeu, ovvero il primo LEGO non si scorda mai. Soprattutto se te lo distruggono la sera della finale dei mondiali.
Una tragica storia di dipendenza, scambi di persona e domande irrisolte: l'ennesimo dramma del rock, Ed Sheeran nei panni dell'ennesimo giovane fregato da un successo troppo rapido.