Sogni comafosi di mezza estate

Sogni comafosi di mezza estate

Un oppioide a base di Flunk, per quando la calda, appiccicosa, umidissima afa estiva ti lascia privo di sensi e arrivare al tramonto pare un'immobile utopia polare.

30 Luglio 2013

Affogati in un Paese che non riesce più ad arrivare a fine mese, ecco la pillola che vi aiuterà almeno ad arrivare a fine giornata.

Messa così sembra un'idiozia, ma non sottovalutate la cosa, perché le ferie incombono, ma i soldi per le vacanze scarseggiano, e toccare il traguardo del dopocena sciolti nei miasmi dell'asfalto metropolitano, sotto questa cappa post-nucleare che è il cielo di città, mentre un giornalista di Studio Aperto intervista il vostro vicino di casa spaparanzato a Gabicce Mare, non sarà uno scherzo. La stagione delle piogge è finita, hanno annunciato gli altoparlanti, là fuori, e da ora in poi farà caldo, tremendamente caldo. Vi mancherà il fiato, vi salirà l'ansia nella direzione esattamente opposta a quella in cui vi scenderanno le gocce di sudore, e non basteranno due condizionatori in croce a darvi sollievo. Servirà un narcotico che vi dilati i sensi e vi faccia dimenticare lo scorrere del tempo fino a restituirvi la necessaria lucidità solo a notte inoltrata, quando la poca brezza rinata vi permetterà di respirare di nuovo. Zanzare permettendo.

Flunk the band

Polaretti

E chi se non una band norvegese poteva essere alla base del principio attivo tramite cui abbiamo sintetizzato questo oppioide di mezza estate? I Flunk arrivano da Oslo, dove in questo periodo i giorni duran tipo sei mesi ma le temperature si assestano docili intorno a degli onesti 18°/19°, e con il loro nuovo Lost Causes ci danno il benvenuto nell'era delle cause perse, dove l'unica strategia praticabile è appunto vivere alla giornata, boccheggiando richieste di aiuto verso immaginari ventilatori domestici, come piccoli Don Chisciotte accaldati alle prese con mulini senza vento: i pattern di Ulf Nygaard si addormentano nel sottofondo, le chitarre di Jo Bakke raccontano storie gracili mentre la batteria di Erik Ruud scandisce i battiti fino a farcene perdere la cognizione, il tutto condito dalla voce di Anja Øyen Vister, che ci culla fino a sera come se nulla fosse.

Provate. Buttate giù la pillola con una caipiroska al grasso di renna, chiudete gli occhi, spegnete il cellulare e mettete da parte la fretta, perché la strada verso il tramonto è ancora molto, molto lunga.

Note a margine
Questa pillola oppioide era stata originariamente sintetizzata nei laboratori di pilltapes.com e resa disponibile gratuitamente al grande pubblico sull'omonimo sito, dove ha salvato numerose vite prima che il boicottaggio messo su da Big Pharma a livello internazionale portasse alla chiusura del dominio e a un maxi-sequestro di pasticche musicali, poi scaraventate giù per il cesso della questura avendo cura di tirare più volte lo sciacquone. La riportiamo anche qui per questioni di sanità pubblica, completezza e perché Spineless è come il maiale: non si butta via nulla. Ma soprattutto per non dimenticare, a perenne memoria di quel coma indotto dall'insostenibile afa estiva, che ti lascia privo di sensi, ma c'è di peggio, dai.
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